Dopo l’ultimo post sul lifting del collo nell’uomo, ovviamente ho ricevuto tante richieste di parlare e di approfondire il concetto del lifting del collo nella donna.
Ovviamente l’intervento è diverso e viene impostato in modo differente, con due principali varianti.
La prima è il mini lifting, ovvero una semplice trazione a livello mandibolare che influenza poco la parte inferiore ma migliora molto la cornice del viso. Questo è un intervento che si esegue in day hospital e ha tempi di recupero abbastanza rapidi, con una fasciatura per circa tre giorni. Tolta la fasciatura, si può fare la doccia e, coprendo le cicatrici con i capelli, si può riprendere un’attività quasi normale.
Poi c’è un livello più esteso, il cosiddetto lifting del collo, quello che io chiamo “Neck Artificial Ligament”. Questa è una tecnica che ho pubblicato nel 2018 sull’European Journal of Plastic Surgery, e prevede il tensionamento attraverso una banderella di politetrafluoroetilene, un materiale usato anche per le ernie, posizionata a trazione del muscolo platisma.
Questo intervento prevede uno scollamento più ampio e può essere fatto in day hospital o con un ricovero di una notte. Anche in questo caso è necessaria una fasciatura per quattro o cinque giorni. Rimossa la fasciatura, si può riprendere l’attività normale, prestando però attenzione alle rotazioni del collo.
Si tratta di un intervento più esteso che lavora non solo sulla cornice mandibolare e sul terzo inferiore del viso, ma anche su tutto il collo, riposizionando il muscolo platisma.
Nella chirurgia del collo è fondamentale fare una visita per valutare il caso specifico. Questa è una chirurgia molto personalizzata, che deve essere adattata alle esigenze individuali, stabilendo quale intervento sia più indicato e che tipo di estensione fare per il riposizionamento dei muscoli.
Quasi sempre, il 99% delle volte, associo questo tipo di intervento alla terapia rigenerativa. Ricordate che quando un viso invecchia, invecchiano anche i tessuti. Perciò, oltre al riposizionamento dei tessuti, è importante curarli attraverso l’uso di cellule staminali, esosomi e fattori di crescita presenti nel vostro tessuto.